venerdì 20 agosto 2010

Vendemmia verde. Il diario della vita del Brunello di Donatella Cinelli Colombini e l’impegno per un vino di alta qualità

Si prevede una vendemmia d’altri tempi e questo grazie ai segnali dell’invaiatura. Ecco perché produrre meno uva e uva migliore.

Si chiama “vendemmia verde” perché di fatto i grappoli vengono vendemmiati cioè tolti dalle viti, ma invece di andare in cantina, come durante la vendemmia vera, sono gettati a terra. Il diradamento serve per diminuire il carico d’uva delle piante in modo che i grappoli rimasti arrivino prima e più facilmente alla perfetta maturazione. Viene fatto durante l’invaiatura cioè il cambiamento di colore dell’uva da verde a blù. Normalmente, nella Toscana centrale l’invaiatura avviene i primi di agosto ma quest’anno è ancora in atto.

Il cambio di colore è indotto da uno stress idrico che, evidentemente, in questo pazzo 2010 non c’è stato. Infatti dopo l’inverno più nevoso a memoria d’uomo, la primavera più piovosa degli ultimi duecento anni e un luglio che ha battuto tutti i record di alte temperature le viti sono talmente disorientate che non sanno nemmeno loro cosa fare.

Ha invaiato l’uva Merlot, che è sempre la più precoce; sta invaiando il Sangiovese, ma il Foglia Tonda è ancora verde. Tutto fa presagire una vendemmia in ottobre come avveniva trent’anni fa. Questo rende ancora più importante la vendemmia verde perche i vignaioli potrebbero trovarsi in una partita a scacchi con la pioggia per portare a casa i grappoli sani e maturi prima che l’umidità autunnale li rovini.

Bisogna quindi aiutare le viti affinché accorcino i tempi da qui alla vendemmia. La quantità d’uva che ogni pianta dovrebbe produrre è poco più di un chilo mentre quest’anno molte viti sono sovraccariche di grappoli, toglierne una parte aiuta la maturazione di quelli restanti. Le viti selezionano da sole le zocche migliori lasciando verdi quelle più deboli. Le viti infatti non cercano di produrre vino ma di riprodursi per cui privilegiano i “figli” più promettenti. La vendemmia verde toglie i grappoli “scartati” e favorisce i grappoli “spargoli” cioè più aperti e quindi con maggiori probabilità di dare ottimi vini.

In termini generali ridurre la produzione d’uva è anche un atto di responsabilità rispetto alla sovrapproduzione delle cantine italiane e addirittura mondiali. A livello internazionale lo sbilancio fra vino prodotto e vino consumato è di decine di milioni di ettolitri. Praticamente un lago. Produrre meno e meglio è ormai un dovere per tutti i vignaioli del mondo che, sull’atro fronte, chiedono ai consumatori di sostenerle praticando e diffondendo la cultura del grande vino.


Per maggiori informazioni e foto:
Alessia Bianchi
Fattorie di Donatella Cinelli Colombini
+39 0577 662108
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Antonio Gnassi



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